Prunus Spinosa Trigno: aggiornamenti sull’arbusto del Molise contro il cancro

prunus spinosa trignodi Romina Malizia 

Sono emerse nuove notizie ed aggiornamenti importanti relativamente all’uscita sul mercato del Prunus spinosa trigno. Dal mese di giugno sarà in farmacia come integratore anticancro, il nome dovrebbe essere “Trigno M”. Il 27 giugno verrà poresentato all’Expo di Milano.

http://www.regioni.it/sanita/2015/04/20/tumori-pianta-molise-integratore-naturale-anti-cancro-e-il-prunus-400339/

TUMORI: PIANTA MOLISE INTEGRATORE NATURALE ANTI- CANCRO, E’ IL PRUNUS

lunedì 20 aprile 2015

Brevettato da Iss, Simeb e Biogroup

Roma, 20 apr. (AdnKronos Salute) – Dalle bacche di Prunus spinosa, usate nel Molise per produrre il liquore trignolino, una nuova terapia integrativa contro alcuni tumori, come colon, polmone e cervice uterina. E’ il frutto di una collaborazione tra l’Istituto superiore di Sanità, la Società italiana di medicina biointegrata (Simeb) e l’azienda Biogroup. Lo studio – spiega all’Adnkronos Salute Franco Mastrodonato, presidente della Simeb – ha mostrato che l’estratto di prunus, addizionato con una particolare miscela di aminoacidi, sali minerali e vitamine, è in grado di eliminare le cellule tumorali nei test in vitro e di inibirne la proliferazione. Ora la nuova arma, dopo meticolosi test di tossicità, è stata brevettata e sarà in vendita da giugno in farmacia come integratore, da affiancare alla chemioterapia.
(segue)

(Frm/AdnKronos Salute)

20-APR-15 12:20

TUMORI: PIANTA MOLISE INTEGRATORE NATURALE ANTI- CANCRO, E’ IL PRUNUS

(2)-(AdnKronos Salute) – “La ricerca è partita due anni fa – spiega all’Adnkronos Salute Stefania Meschini, ricercatrice dell’Istituto superiore di sanità che ha testato l’estratto di Prunus – ed è nata da una collaborazione con l’azienda Biogroup. Queste è una pianta italiana che, soprattutto in Molise, ha trovato un habitat particolarmente efficace per sviluppare al meglio le proprietà antiossidanti, ma contiene anche molti flavonoidi. Siamo partiti con la sperimentazione in laboratorio trattando le cellule cancerose di pazienti con cancro al colon, polmone e cervice uterina con l’estratto della pianta. Ma da solo non funzionava pur non essendo tossico. Quindi – prosegue – l’abbiamo addizionato a un particolare complesso a base di aminoacidi, minerali e vitamine, denominato Can. Questo ‘mix’ è stato in grado di ridurre la sopravvivenza delle cellule tumorali e di eliminare tra il 70% e il 78% delle cellule cancerose nell’arco di 24 ore. L’integratore, messo a punto dalla collaborazione tra l‘Iss e l’azienda Biogroup, da giugno in vendita in farmacia nella formulazione in pasticche, verrà presentato ufficialmente il 27 giungo all’Expo di Milano. “Sono molte le piante ‘antitumorali’ che studiamo all’Iss e che possono aiutare le terapie oncologiche tradizionali – ricorda Meschini – è un settore che potrà offrire ancora molte possibilità, ma servono fondi per studi e ricerche. Senza lasciar fuori da questo discorso le aziende”. Lo studio sul Prunus è stato presentato al IV Congresso internazionale di Medicina biointegrata a Roma. “Le qualità di questa pianta sono note nel territorio del Molise – osserva Mastrodonato – dalle bacche, drupe in dialetto, si produce il liquore Trignolino. Quello che abbiamo fatto grazie a questa collaborazione con l’Iss e la Biogroup è stato trovare la giusta formulazione del complesso attivatore nutraceutico, poi brevettato, che ‘accende’ l’effetto antitumorale del Prunus. I test in vitro – prosegue Mastrodonato – su linee cellulari umane colpite da cancro a colon, polmone e cervice uterina ne hanno dimostrato l’efficacia. Abbiamo un’arma in più per medici e pazienti – conclude – da aggiungere alle terapie oncologiche tradizionali”.

http://www.primonumero.it/attualita/primopiano/articolo.php?id=19208

Il Prunus “anticancro” fa il giro del mondo. Pronte 1100 piante per la sperimentazione

E’ rimbalzata su tutti i media nazionali la notizia dello studio effettuato su una pianta coltivata in Molise che, abbinata a uno speciale composto può sprigionare un effetto antitumorale. Entusiasta Giovanni Occhionero, chimico farmaceutico responsabile della Biogroup: «I risultati della ricerca sul Prunus spinosa trigno sono molto importanti e speriamo di distribuire presto un primo integratore». Un’opportunità anche per il Molise: «Bisogna guardarsi intorno, vedere quello che ci offre la natura e non sottovalutare il nostro territorio. Nel nostro piccolo siamo un piccolo esempio di come sfruttando le risorse del territorio si possa fare impresa anche qui». Intanto, si parte con la coltivazione delle prime mille e cento piante. Bagnoli Del Trigno. Sta facendo il giro di tutta l’Italia (e non solo) la sperimentazione delle proprietà benefiche di una pianta che cresce nelle zone più incontaminate del Molise. A Bagnoli del Trigno, in provincia di Isernia, la conoscono anche perché dall’estratto di questo frutto e delle foglie si produce un liquore, il Trignolino. Un liquore considerato per le sue proprietà astringenti in quella che si può definire come «medicina popolare». Un frutto dal sapore aspro che, quando è molto maturo, può essere consumato anche a fine pasto proprio come una frutta. Oggi, uno studio sta verificando la funzione antitumorale dell’estratto che da solo – è bene ricordarlo – non ha effetti ma va abbinato ad un composto specifico, sempre naturale, prodotto in laboratorio e brevettato. Questo per evitare anche possibili «assalti» alla ricerca del frutto blu che potrebbe essere considerato come un qualcosa di «miracoloso».

Da un cespuglio di Prunus spinosa nasce anche il fiume che segna in parte il confine con l’Abruzzo. Giovanni Occhionero, chimico farmaceutico responsabile della Biogroup, spiega come è nata l’idea di coltivare questa pianta balzata agli onori della cronaca nazionale, dal Corriere a Il Sole 24 Ore, passando per altri media e, ovviamente, spopolando sui social network. Per ora verranno coltivate mille e cento piante. «Non a caso – spiega entusiasta l’esperto – sono due anni che organizziamo la Trignolata, un evento nato proprio da quando abbiamo iniziato a collaborare con l’Istituto Superiore di Sanità. Chiaramente non abbiamo detto nulla di questo studio nei dettagli in quanto quello che abbiamo prodotto è stato oggetto di un brevetto. La preparazione è brevettata. Siamo un’azienda – precisa il dottor Occhionero – non ci possiamo affidare solo alla raccolta spontanea. Dobbiamo avere dei terreni dove poter coltivare questa pianta e vedremo le cose come andranno. Se partirà alla grande può essere una nuova coltura per il Molise».

Cosa pensa di questo risultato? «Sinceramente – osserva Giovanni Occhionero – da chimico farmaceutico sapevo dell’importanza di questo risultato. Da quando, insieme alla dottoressa Stefania Meschini, abbiamo appreso i contenuti siamo rimasti sorpresi. Qui nessuno si aspettava questa risonanza. Siamo comunque orgogliosi perché tutti stanno riprendendo questa notizia. Per me, in particolare, che giro l’Italia in lungo e il largo per parlare di piante medicinali e di prodotti che facciamo in Molise un riconoscimento così rappresenta un onore». Il responsabile della Biogroup precisa la questione del «mix». «Ciò che si estrae dal Prunus va abbinato a un composto che abbiamo studiato e brevettato e fa sì che questo estratto vada a finire dentro la cellula. Gli studi che abbiamo fatto sono ovviamente in vitro, non sono ancora effettuati sull’uomo ma lasciano ben sperare. Dobbiamo ancora continuare questo lavoro sperimentale . Per ora possiamo già uscire con un integratore per le cure tumorali. Sarò all’Expo a fine giugno a presentare il prodotto che, nel pieno rispetto di tutta la normativa del settore, si chiamerà ‘Trigno M’ a un prezzo molto contenuto, intorno ai venti euro, per un mese di trattamento».

Cosa può rappresentare tutto questo per il Molise? «Significa – conclude il responsabile della ditta – che bisogna guardarsi intorno, vedere quello che ci offre la natura e non sottovalutare il nostro territorio. Nel nostro piccolo siamo un piccolo esempio di come sfruttando le risorse del territorio si possa fare impresa anche qui. Noi continueremo a farlo con idee nuove. Il nostro sogno è quello di realizzare nuovi investimenti con piante molisane e questo significa poter coltivare, creare nuovi posti di lavoro, opportunità per i giovani, aziende agricole con pochi ettari, e così via». Insomma, gli effetti «miracolosi» del Prunus non finiscono qui. (FO)

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