Sclerosi multipla addio, arriva il farmaco miracoloso, Ocrelizumab: “E’ la prima cura efficace”

sclerosi multipla farmaco miracolosodi Romina Malizia

Queste sono le notizie di cui abbiamo bisogno. In questa società in cui ormai stanno venendo meno valori che dovrebbero essere alla base della vita, è necessario donare speranza di guarigione. Sono convinta che le lobby farmaceutiche trovano sempre il modo di fare business su noi “consumatori”, ma questa è una scoperta scientifica importante da condividere e divulgare. 

Sclerosi multipla addio, arriva il farmaco miracoloso: “E’ la prima cura efficace”

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“È un momento storico nella lotta contro la sclerosi multipla, siamo di fronte a una vera e propria rivoluzione copernicana”.

Con queste parole il professor Giancarlo Comi, uno dei massimi esperti mondiali sulla sclerosi multipla (ordinario di Neurologia dell’Università ‘Vita-Salute San Raffaele’ e Direttore dell’Istituto di Neurologia Sperimentale dell’IRCCS Ospedale San Raffaele) ha definito i risultati degli studi sperimentali di Ocrelizumab, un nuovo farmaco contro la malattia presentato al 31esimo Congresso del Comitato Europeo per la Terapia e la Ricerca sulla Sclerosi Multipla (ECTRIMS), tenutosi a Barcellona dal 7 al 10 ottobre.

“Ora possiamo disporre di una nuova arma – spiega Comi – molto potente, che si propone come una ‘bomba’ innovativa e che rappresenta un salto di qualità rispetto al trattamento con interferone, il farmaco per eccellenza usato da più di vent’anni nella cura di questa malattia invalidante che può portare alla paralisi e anche alla morte”.

Ocrelizumab è il primo farmaco sperimentale che riesce infatti a ridurre in maniera significativa la progressione della disabilità sia nella sclerosi multipla recidivante sia in quella primariamente progressiva, una forma per cui non esistono ad oggi medicinali approvati per il suo trattamento.

La casa farmaceutica Roche ha annunciato i dati durante il congresso Ectrims, dopo aver sviluppato il farmaco e prodotto tre studi clinici di fase III condotti su oltre duemila quattrocento malati. Ai soggetti è stato somministrato Ocrelizumab per infusione endovenosa ogni sei mesi per un biennio: il trattamento con il nuovo farmaco ha ridotto significativamente il tasso di annualizzato di recidive per un periodo di due anni rispetto all’interferone, diminuendo, sempre rispetto all’uso di quest’ultimo, la progressione della disabilità clinica del 43% e cancellando oltre il 90% delle lesioni cerebrali (valutate con risonanza magnetica).

http://www.aism.it/index.aspx?codpage=2015_07_ricerca_terapie_ocrelizumab

Ocrelizumab per la SM: la casa farmaceutica Roche annuncia i risultati di due studi clinici di fase III

Roche ha comunicato che l’anticorpo monoclonale ocrelizumab ha ridotto significativamente le ricadute e la progressione della disabilità nella sclerosi multipla recidivante remittente

L’azienda farmaceutica Roche ha reso noti i risultati di due studi clinici multicentrici internazionali randomizzati, in doppio cieco di fase III che hanno valutato l’efficacia e la sicurezza dell’ocrelizumab (dose di 600 mg somministrata per infusione endovenosa ogni 6 mesi) rispetto all’interferone beta-1a (dose di 44 mg somministrata tramite iniezione sottocutanea tre volte a settimana) in persone con forme recidivanti di sclerosi multipla, denominati OPERA I e OPERA II. Complessivamente, questi due studi clinici hanno coinvolto 1.656 persone con forme recidivanti di SM (cioè SM recidivante-remittente e SM secondariamente progressiva con recidive) in 40 Paesi.

I risultati sono stati annunciati dalla casa farmaceutica in un comunicato stampa lo scorso 30 giugno. Sono in corso ulteriori analisi dei dati ricavati dagli studi OPERA ed il dettaglio di questi sarà presentato alla comunità scientifica nei prossimi congressi scientifici.

L’ocrelizumab è un anticorpo monoclonale umanizzato progettato per colpire selettivamente l’antigene di membrana “CD20” presente sui linfociti B, un tipo specifico di cellule immunitarie, che si ritiene rappresentino un fattore chiave per il danno alla mielina e all’assone.

L’azienda ha comunicato che il trattamento con ocrelizumab ha ridotto significativamente il tasso annualizzato di ricadute (ARR) in un periodo di due anni rispetto all’ interferone beta-1a, in entrambi gli studi. L’ocrelizumab ha anche ridotto significativamente la progressione della disabilità clinica, misurata mediante la scala EDSS (Expanded Disability Status Scale) ed , inoltre, ha determinato una importante riduzione del numero di lesioni cerebrali, valutata tramite risonanza magnetica.

In entrambi gli studi l’incidenza di eventi avversi associati ad ocrelizumab è risultata simile a quella osservata con interferone beta-1a. In particolare Roche ha sottolineato che gli eventi avversi più comuni erano reazioni correlate all’infusione di grado lieve e moderato. L’incidenza di eventi avversi gravi associati ad ocrelizumab, comprese le infezioni gravi, è stata simile a quella relativa all’interferone beta-1a.

È attualmente in corso anche uno studio di fase III, denominato, ORATORIO, che prevede il coinvolgimento di circa 630 persone con SM primariamente progressiva.

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