Terrorismo: Isis – le radici degli attacchi terroristici

guerra umanitariadi Romina Malizia

E’ impossibile restare in silenzio davanti a stragi commesse dal terrorismo in nome del potere, dei soldi, dove innocenti muoiono. Il sangue versato non verrà mai lavato dalla terra ormai impregnata di dolore. Finchè i politici agiranno per soddisfare il desiderio di potere, non ci sarà mai pace e tranquillità, ma morte e distruzione. Facendo delle ricerche ci si imbatte in diverse informazioni, qui di seguito sono citate alcune di quelle reperibili sul web. Esistono dinamiche politiche che lasciano basiti, noi civili, cittadini, esseri umani innocenti, siamo pedine in mano del potere, pedine utili ma non indispensabili e sacrificabili.

Questo è quanto succede quando uno si introduce gli estremisti nel proprio letto

Il redattore capo della rivista britannica “Politics First”, Marcus Papadopoulos, ritiene che bisogna cercare le radici degli attacchi terroristici del Belgio nella politica estera occidentale. L’Occidente è colpevole per gli attacchi terroristici contro la propria popolazione, visto che appoggia già da alcune decadi i terorristi islamici per cercare di raggiungere i propri obiettivi strategici, secondo quanto ha assicurato alla RT il redattore capo della rivista britannica ‘Politics First’, Marcus Papadopoulos, quando ha voluto commentare gli attentati dell’aeroporto e del metro di Bruxelles in Belgio.

Marcus Papadopoulos stima che “bisogna ricercare le cause profonde di questi attacchi terroristici nella stessa politica praticata dall’Occidente, visto che nel corso degli ultimi 30 anni, gli Stati Uniti in particolare, ma anche il Regno Unito e la Francia, hanno lavorato con i terorristi islamici per cercare di ottenere i loro obiettivi geostrategici”. L’analista ha assicurato che questo è il risultato di quanto accade “quando uno si introduce nel proprio letto i pericolosi e ripugnanti estremisti salafiti: quelli prima o poi si rivoltano contro di te”. Dall’Afghanistan alla Siria: un brodo di allevamento per il fondamentalismo islamico. Papadopoulos ricorda che, nella decade degli anni ’80, gli statunitensi ed i britannici “appoggiarono i mujaheddin, incluso il signor Osama bin Laden, agente della CIA nella lotta contro i russi in Afghanistan; mentre negli anni ’90 , nel corso della guerra civile in Bosnia, gli USA facilitarono l’arrivo dei combattenti mujaheddin per combattere contro i serbie , in questo modo, li hanno fatti introdurre in Europa”.

polizia belgio

Nell’analizzare la politica estera occidentale, vediamo che l‘Occidente ha fatto in modo di attirare gli attacchi terroristici contro la sua stessa popolazione. “Successivamente gli USA hanno invaso l’Iraq ed hanno trasformato questo paese in brodo di coltivazione per il fondamentalismo islamico che prima non esisteva”, aggiunge il redattore capo di “Politics Firs”. Riferendosi al Regno Unito ed alla Francia, Papadopoulos ha sottolineato che “queste potenze sono intervenute in Libia e hanno trasformato questo paese in uno stato fallito”, dove adesso comandano vari gruppi islamisti incluso lo Stato Islamico. Inoltre l’analista mette in evidenza che i nordamericani, i britannici e i francesi, assieme ad i loro alleati in Medio Oriente – Turchia, Arabia Saudita e Qatar -, hanno appoggiato i gruppi islamisti in Siria per cercare di rovesciare il Governi di Bashar al-Assad.

“Nell’analizzare la politica estera occidentale vediamo che lo stesso Occidente con la sue scelte di affiancare il gruppi terroristi radicali, ha prodotto le conseguenze che oggi paga la popolazione dei paesi europei che subiscono gli attacchi mortali dei terroristi salafiti”, conclude Marcus Papadopoulos.

http://www.controinformazione.info/questo-e-quanto-succede-quando-uno-si-introduce-gli-estremisti-nel-prorio-letto/#

Documento segreto del Pentagono rivela che gli USA “crearono” l’ISIS come “strumento” per rovesciare il presidente Assad in Siria

di Tyler Durden

Fin dalla prima improvvisa e teatrale comparsa sulla scena mondiale del fanatico gruppo islamico noto come ISIS, praticamente sconosciuto fino a un anno fa e che ha sostituito la logora al-Qaeda nel ruolo di terrorista cattivo, avevamo suggerito che lo scopo del video con la decapitazione postato su YouTube e dello Stato Islamico finanziato dall’Arabia Saudita (thedailybeast.com/) era molto semplice: usare i jihadisti come strumento per ottenere un obiettivo politico, ovvero la deposizione del presidente siriano Assad, che da anni ostacola la realizzazione di un cruciale gasdotto del Qatar (zerohedge.com-), gasdotto che detronizzerebbe la Russia dal ruolo di principale fornitore di energia dell’Europa. La situazione raggiunse l’apice della tensione nel 2013 con l’accumulo di forze militari nel Mediterraneo, che fecero sfiorare un conflitto potenzialmente mondiale. Il racconto e la trama erano così trasparenti che perfino la Russia non si fece ingannare.

Lo scorso settembre scrivemmo:
“Secondo il ministro degli esteri russo Sergey Lavrov, se l’Occidente bombarderà i militanti dell’ISIS in Siria senza consultare Damasco, LiveLeak riporta che l’alleanza anti-ISIS potrebbe sfruttare l’occasione per lanciare attacchi aerei contro le forze di Assad. Capendo chiaramente che la nuova strategia di Obama contro l’ISIS serve solo a far passare il gasdotto del Qatar (come la spinta ad intervenire nel 2013), la Russia frena, notando che l’ISIS è un pretesto per bombardare le forze siriane e ammonendo che -ciò potrebbe portare a un’enorme intensificazione del conflitto in Medio Oriente e in Nord Africa-.”

Una cosa però è speculare, un’altra è avere prove concrete. E mentre c’erano un sacco di speculazioni sul fatto che, come Al Qaeda, finanziata dalla CIA, era stata usata dagli USA come facciata per ottenere i loro interessi geopolitici e nazionali negli ultimi 20 anni, così l’ISIS non fosse altro che al-Qaeda 2.0, di questo non c’erano prove concrete. Ora però tutto è cambiato con un documento segreto declassificato del Pentagono, ottenuto da Judicial Watch, che mostra come i governi occidentali si allearono deliberatamente con al Qaeda e altri gruppi estremisti islamici per deporre il presidente Assad.

Secondo quanto afferma il reporter investigativo Nafeez Ahmed su Medium, “il documento rivela che l’Occidente, in coordinazione con gli stati del Golfo e la Turchia, ha sponsorizzato intenzionalmente i gruppi islamici violenti per destabilizzare Assad, nonostante prevedesse che ciò avrebbe portato all’emergere dell’ISIS.” […] E non solo: ora che l’ISIS sta andando in giro per il Medio Oriente a tagliare le teste alla gente in alta definizione e qualità da Hollywood (forse letteralmente), gli USA hanno una giustificazione credibile per vendere miliardi in armi moderne e sofisticate ad alleati come l’Arabia Saudita, Israele e Iraq. Ma che il complesso militare-industriale statunitense sia il vincitore ogni volta che scoppiano guerre nel mondo (di solito con l’assistenza della CIA) ormai è chiaro a tutti. Quello che non era chiaro è come gli USA predeterminarono l’attuale svolgimento degli eventi in Medio Oriente. Ora, grazie al seguente resoconto declassificato abbiamo una comprensione molto migliore non solo del modo in cui si sono sviluppati gli odierni avvenimenti in Medio Oriente, ma anche del ruolo dell’America quale burattinaio. Dall’articolo di Nafeez Ahmed pubblicato su Medium: (Vedi: medium.com/insurge-intelligence/secret-pentagon-report-reveals….)

Ipocrisia

Le rivelazioni contraddicono la linea ufficiale dei governi occidentali riguardo alle loro politiche in Siria, e pongono domande inquietanti sul supporto segreto fornito dall’Occidente agli estremisti violenti all’estero, mentre la minaccia del terrorismo viene usata all’interno per giustificare la sorveglianza di massa e la restrizione dei diritti civili. Tra i documenti ottenuti da Judicial Watch attraverso una causa federale ve n’è uno dell’Agenzia d’Intelligence per la Difesa statunitense (DIA), datato 12 agosto 2012. […] Finora i media hanno evidenziato che l’amministrazione Obama sapeva che da un baluardo terrorista libico venivano inviate armi ai ribelli in Siria. Alcuni media hanno riportato che l’intelligence statunitense aveva previsto l’ascesa dell’ISIS. Tuttavia, nessuno ha esposto i dettagli inquietanti che mettono in evidenza come l’Occidente ha fomentato in Siria una ribellione settaria guidata da al-Qaeda. […]

Gli islamisti dell’Occidente

Il documento DIA del 2012 conferma che la componente principale delle forze anti-Assad era composta da insorti islamisti affiliati a gruppi che avrebbero portato all’emergere dell’ISIS, ma che nonostante questo dovevano continuare a ricevere supporto dagli eserciti occidentali e dei loro alleati regionali. “Notando che salafiti, Fratelli Mussulmani e al-Qaeda in Iraq sono le forze principali dell’insurrezione siriana, l’Occidente, i paesi del Golfo e la Turchia supportano l’opposizione, mentre Russia, Cina e Iran supportano il regime di Assad.” Il documento di 7 pagine afferma che al-Qaeda in Iraq (AQI), il precursore dell’ISIS, ha appoggiato l’opposizione siriana fin dall’inizio, sia ideologicamente che tramite i media. […] La DIA prevede che il regime di Assad manterrà il controllo sul territorio siriano, ma la crisi si intensificherà fino a diventare una “guerra per procura”. Il documento raccomanda anche la creazione di “rifugi sicuri sotto riparo internazionale, come in Libia quando Bengasi venne scelta come sede del governo provvisorio.” In Libia i ribelli anti-Gheddafi, in gran parte milizie affiliate ad al-Qaeda, venivano protetti dalla NATO tramite zone di non sorvolo.

Le potenze vogliono deliberatamente l’ISIS

Il documento del Pentagono predice esplicitamente la probabile dichiarazione di uno “Stato Islamico, tramite la sua unione con altre organizzazioni terroriste in Iraq e in Siria.” Nondimeno, “i paesi occidentali e la Turchia stanno supportando gli sforzi dell’opposizione siriana che lotta per il controllo delle aree orientali adiacenti alle province irachene occidentali (Mosul e Anbar)”: “…c’è la possibilità che venga istituito un principato salafita dichiarato o non dichiarato in Siria orientale (Hasaka e Der Zor), e questo è esattamente ciò che le potenze che supportano l’opposizione vogliono, così da isolare il regime siriano, considerato la profondità strategica dell’espansione sciita (Iraq e Iran).” Il documento segreto del Pentagono fornisce perciò la straordinaria conferma che la coalizione anti-ISIS guidata dagli USA aveva salutato l’emergere di un “principato salafita” come strumento per indebolire Assad e fermare l’espansione strategica dell’Iran. E’ significativo che anche l’Iraq vi venga citato come parte integrante di questa “espansione sciita”.

Più avanti, il documento rivela che gli analisti del Pentagono conoscevano benissimo i rischi di questa strategia, ma decisero di andare avanti comunque: “L’istituzione di un simile principato salafita in Siria orientale porrebbe l’AQI nelle condizioni ideali per tornare alle sue vecchie roccaforti di Mosul e Ramadi.” Ebbene, l’estate scorsa l’ISIS ha conquistato Mosul in Iraq, e proprio questo mese ha preso controllo anche di Ramadi. Tale entità quasi statale avrebbe fornito: “…un rinnovato impulso alla pretesa di unificare la jihad tra l’Iraq sunnita, la Siria e il resto del mondo arabo contro quello che esso considera il suo nemico. L’ISIS potrebbe anche dichiarare uno Stato Islamico tramite la sua unione con altre organizzazioni terroristiche in Iraq e Siria, il che costituirebbe un grave pericolo per l’unificazione dell’Iraq e la protezione del suo territorio.” Il documento della DIA è un resoconto informativo, non una valutazione definitiva, ma è circolato nella comunità d’intelligence statunitense, compreso il Dipartimento di Stato, il Comando Centrale, il DIpartimento per la Sicurezza Nazionale, la CIA, l’FBI e altre agenzie. In risposta alle mie domande riguardo alla strategia, il governo britannico ha semplicemente negato le rivelazioni contenute nel documento del Pentagono. […] La DIA non ha risposto alla richiesta di commento.

Risorsa strategica per il cambio di regime

L’analista per la sicurezza Shoebridge, tuttavia, che ha tenuto traccia del supporto occidentale ai terroristi islamici in Siria fin dall’inizio della guerra, ha sottolineato che il resoconto segreto del Pentagono mette in evidenza fatali contraddizioni nelle dichiarazioni ufficiali: “Per tutti i primi anni della crisi siriana, i governi statunitense e britannico e quasi tutti i media occidentali dipinsero i ribelli siriani come moderati, liberali, secolarizzati, democratici e quindi meritevoli del supporto occidentale. Visto che questi documenti smentiscono del tutto questa immagine, è significativo che i media occidentali li abbiano quasi completamente ignorati, nonostante la loro importanza.” Secondo Brad Hoff, ex ufficiale statunitense di Marina che servì durante i primi anni della guerra in Iraq, il documento declassificato del Pentagono fornisce la prova che: “L’intelligence statunitense prevedeva l’ascesa dell’ISIS, ma invece di delineare chiaramente il gruppo come nemico lo considerava una risorsa strategica degli USA.” […]

Complicità

I critici della strategia statunitense nella regione hanno ripetutamente sollevato domande circa il ruolo degli alleati della coalizione nel fornire intenzionalmente supporto a gruppi islamici terroristi con lo scopo di destabilizzare il regime di Assad. La versione convenzionale è che il governo USA non controllò abbastanza il finanziamento ai gruppi ribelli anti-Assad, che avrebbe dovuto essere monitorato e valutato affinché venissero appoggiati solo i gruppi “moderati”. Tuttavia, il documento del Pentagono dimostra senza dubbio che anni prima che l’ISIS lanciasse la sua offensiva contro l’Iraq, l’intelligence degli USA era pienamente consapevole che i militanti islamici costituivano il nucleo principale dell’insurrezione siriana. Nonostante ciò, il Pentagono continuò a supportare l’insurrezione islamista, anche se prevedeva
la probabilità che ciò avrebbe portato all’istituzione di una roccaforte salafita in Siria e Iraq. […]

Divide et impera

Diversi ufficiali governativi statunitensi hanno ammesso che i loro alleati nella coalizione anti-ISIS stavano finanziando gruppi islamisti violenti che diventarono parte intengrante dell’ISIS. L’anno scorso per esempio il vice presidente Joe Biden ammise che Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Qatar e Turchia avevano incanalato centinaia di milioni di dollari verso i ribelli islamisti in Siria che hanno poi dato vita all’ISIS. Ma non ha ammesso che questo documento interno del Pentagono dimostra che l’intera strategia segreta era approvata e supervisionata da USA, Gran Bretagna, Francia, Israele e altre potenze occidentali. Tale strategia pare essere conforme a uno scenario politico identificato da un resoconto della RAND Corp commissionato dall’Esercito USA. Il resoconto, pubblicato 4 anni prima del documento della DIA, suggeriva agli USA “di capitalizzare sul conflitto tra sciiti e sunniti, schierandosi con i regimi conservatori sunniti e lavorando con loro contro tutti i movimenti sciiti del mondo mussulmano.” Gli USA avrebbero dovuto contenere “il potere e l’influenza iraniana” nel Golfo “appoggiando i tradizionali regimi sunniti di Arabia Saudita, Egitto e Pakistan.” Allo stesso tempo gli USA devono mantenere “una forte relazione strategica con il governo iracheno sciita”, nonostante la sua alleanza con l’Iran.

Il resoconto RAND confermava che la strategia del “divide et impera” era sempre stata usata per “creare divisioni nel campo jihadista. Oggi in Iraq tale strategia viene usata a livello tattico.” […] La rivelazione di un documento interno dell’intelligence statunitense, secondo il quale la stessa coalizione guidata dagli USA che oggi combatte contro l’ISIS lo ha coscientemente creato, pone interrogativi inquietanti sui recenti sforzi dei governi occidentali di giustificare l’espansione dei poteri anti-terrorismo degli stati. In seguito all’ascesa dell’ISIS, da entrambe le parti dell’Atlantico si stanno perseguendo nuove misure invasive per combattere l’estremismo, tra cui la sorveglianza di massa, l’orwelliano “dovere di prevenire” e perfino progetti che permetterebbero ai governi di censurare i media, il tutto indirizzato prevalentemente contro gli attivisti, i giornalisti e le minoranze, specialmente mussulmane. Eppure il nuovo documento del Pentagono rivela che, contrariamente alle affermazioni dei governi occidentali, la causa principale della minaccia è la loro stessa politica profondamente sbagliata di sponsorizzare segretamente il terrorismo islamista per dubbi fini geopolitici.

http://www.controinformazione.info/documento-segreto-del-pentagono-rivela-che-gli-usa-crearono-lisis-come-strumento-per-rovesciare-il-presidente-assad-in-siria/

Il Mito della “guerra umanitaria”

di Salvatore Santoru

Mahatma Gandhi diceva che “non c’è strada che porti alla pace che non sia la pace, l’intelligenza e la verità”. Difatti il concetto della “guerra umanitaria” tanto di moda negli ultimi anni, non rappresenta altro che un controsenso. Tramite la martellante propaganda mediatica, ci è stato fatto credere che bombardare interi paesi e commettere crimini contro l’umanità a scopo “umanitario”, sarebbe un mezzo giustificabile e necessario per un presunto “radioso avvenire”. Questo concetto è il mantra continuamente usato dai propagandisti dell’imperialismo statunitense e della NATO con il beneplacito dell’ONU, per giustificare e mascherare la loro sete di potere e controllo globale. Interi paesi vengono distrutti dalle bombe (ovviamente “intelligenti”), migliaia di individui uccisi sono considerati come meri “effetti collaterali”, con la scusa della “liberazione” si colonizza un paese imponendogli il proprio modello, creduto “universale”. Inoltre la presunta “liberazione” spesso in realtà non porta nemmeno a veri e propri miglioramenti, ma anzi a nuove situazioni di caos, e i recenti episodi dell’Iraq,della Libia e di tanti altri paesi lo dimostrano. Alla fine l’obiettivo è quello di imporre per tutto il mondo il sistema consumista, in modo che ogni paese possa avere i propri McDonalds e ogni persona nel mondo possa venire bombardata quotidianamente dalla pubblicità e dalle illusioni garantite dai mass media. Intanto grazie al massiccio utilizzo degli stessi media, si propaganda la visione del mondo basata sull’ideologia globale dominante, e che viene considerata come l’unica possibile.

Ogni guerra e intervento armato viene abilmente mascherato da “missione di pace”, o “intervento umanitario“, visto che parlare apertamente di guerra imperialista e neocolonialismo fà poca tendenza. Ogni scusa è buona per scatenare una nuova guerra, vuoi per la “democrazia”, per i “diritti umani”, per la “libertà” e così via, anche se poi si sa che di tutte queste cose ai guerrafondai “umanitari” non gliene può fregare di meno, difatti paesi che su questi temi hanno un’enorme deficit ( tipo Arabia Saudita,Bahrein ecc) stranamente risultano alleati dei presunti paladini della “giustizia internazionale”. Gandhi diceva: “Che differenza fa per i morti, gli orfani e i senzatetto, se la folle distruzione è perpetrata sotto il nome del totalitarismo o sotto il santo nome della libertà e della democrazia?”. I morti sempre morti sono, o forse se sono vittime della distruzione “democratica” e/o “progressista”, sono di serie B? Bisogna smascherare le pretese guerrafondaie e imperialiste mascherate da “umanitarismo” e pretesa di “liberazione”.

Sostanzialmente l‘imperialismo USA non ha fatto altro che portare morte e distruzione, neocolonialismo e imposizione di un modello fondato su illusioni e totalmente squilibrato, nonchè basato sulla distruzione sistematica dell’ambiente e sulla totale mercificazione di ogni aspetto della vita e degli stessi individui. L’Iraq,la Libia, l’America Latina o la stessa Europa nella seconda guerra mondiale sono state colonizzate a furia di bombe e distruzione e di certo non “liberate”. Spesso si è passati da un regime a un’altro: si pensi all’Iraq, che dalla dittatura di Saddam Hussein ora si trova nel caos, o la stessa Libia e tanti altri paesi nel presente e nel passato. Sarebbe ora di chiamare le cose con il loro nome e considerare i bombardamenti al napalm sui vietnamiti, quelle al fosforo bianco in Iraq, o i bombardamenti a tappeto su Dresda o sulle stesse Hiroshima e Nagasaki come veri e propri crimini contro l’umanità, senza la solita giustificazione guerrafondaia. Sarebbe ora che gli USA la smettessero di credersi superiori al resto del mondo e di aggredire su ogni paese che non segua i loro diktat.

Per la costruzione di un mondo migliore sarebbe auspicabile che venga rispettato il principio di autodeterminazione degli individui e dei popoli, e gli gli strateghi dell’imperialismo USA, la NATO e l’ONU dovrebbero imparare a smetterla di voler controllare ogni aspetto del mondo, e quindi farsi un pò di più gli affari loro, che nessuno aspetta una loro presunta “liberazione”, che nei fatti equivale sempre e comunque a una colonizzazione. Ogni popolo dovrebbe essere lasciato libero di potersi autodeterminare e liberarsi veramente, e possibili situazioni di disagio internazionale (eventuali dittature o cose del genere) potranno essere risolte molto meglio con l’uso della diplomazia piuttosto che con il solito ricorso all’intervento militare, che nei fatti peggiora quasi sempre la situazione.

http://www.controinformazione.info/il-mito-della-guerra-umanitaria/#

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