Un arbusto del Molise efficace contro il cancro: Prunus spinosa trigno

Prunus spinosadi Romina Malizia

Con il passare del tempo aumentano le scoperte relative alle sostanze presenti in natura capaci di sconfiggere il cancro o comunque inibirne la proliferazione. Aloe, Artemisia Annua, Bacche di Goji, Spirulina, Noni e tante altre tra le quali la Prunus spinosa. Quest’ultima scoperta va ad aggiungersi alle sostanze già citate, vale la pena tentare e non escludere nessuna possibilità. Ripeto come sempre che in natura sono presenti le risposte alle malattie che l’uomo stesso ha creato.

http://leggo.it/SOCIETA/SANITA/prunus_molise_tumori/notizie/1305756.shtml

DA UN ARBUSTO DEL MOLISE LA MISCELA CHE UCCIDE
I TUMORI: I PRIMI CAMPIONI PRONTI PER I MALATI

ROMA – Da secoli le popolazioni locali apprezzano le proprietà benefiche della pianta e utilizzano le sue foglie e i suoi frutti per preparare il liquore “trignolino” (in dialetto l’arbusto viene chiamato “trigno”) o in aggiunta al tabacco della pipa. La ricerca però ha testato l’estratto benefico con una particolare miscela di aminoacidi, dimostrando di uccidere il 70-78% delle cellule tumorali utilizzate in laboratorio per i test in vitro e di inibirne la proliferazione.

A illustrare le potenzialità della pianta è stata la ricercatrice Iss, Stefania Meschini, autrice dello studio, nel IV Congresso internazionale di Medicina biointegrata. L’Iss, insieme all’azienda produttrice del composto, ha depositato il brevetto delle miscela Prunus-Can, e per questo la formulazione potrà essere disponibile a breve come integratore a supporto delle terapie chemioterapiche.

Inoltre in occasione dell’Expo di Milano, lo studio sulle potenzialità antitumorali della pianta sarà presentato, il 25 giugno, alla comunità scientifica internazionale, nell’ambito di un convegno sulle terapie oncologiche integrate. L’estratto miscelato di Prunus, sottolinea il presidente della Società italiana di medicina biointegrata (Simeb) Franco Mastrodonato, «sarà ulteriormente testato dall’Iss nella formulazione di integratore e sarà disponibile, in vendita nelle farmacie su indicazione medica, da maggio-giugno. Ciò è reso possibile sulla base dei test che hanno confermato la non tossicità del composto e previa la registrazione già avvenuta del composto stesso presso il ministero della Salute – conclude – per motivi etici abbiamo ottenuto che il prezzo a confezione sia accessibile, intorno ai 20 euro».

È intenzione dei ricercatori di passare alla fase dei test su animali, con l’obiettivo di arrivare, nell’arco di qualche anno, alla produzione di un nuovo farmaco antitumorale, che potrebbe avere anche una ricaduta importante in termini di risparmio per il Ssn.

https://www.ansa.it/saluteebenessere/notizie/rubriche/medicina/2015/04/19/ansa-pianta-dei-nonni-del-molise-si-rivela-arma-contro-i-tumori_07db17a4-06d8-47f3-a12b-001d87acce2f.html

Pianta dei nonni del Molise si rivela arma contro i tumori
Iss brevetta mix con Prunus, a giugno in vendita come integratore

I molisani conoscono da generazioni le proprietà benefiche delle sue foglie e dei suoi frutti dal colore blu, tanto da utilizzarli per farci un liquore, il trignolino, o in aggiunta al tabacco della pipa. Ora però, per la prima volta, uno studio scientifico condotto dall’Istituto superiore di sanità (Iss) dimostra che il Prunus spinosa trigno – un arbusto spinoso che cresce in particolare proprio in Molise, nelle aree più incontaminate della Regione – ha un importante effetto antitumorale: il suo estratto, addizionato con una particolare miscela di aminoacidi, si è infatti dimostrato in grado di uccidere il 70-78% delle cellule tumorali utilizzate per i test in vitro e di inibirne la proliferazione.

A illustrare le potenzialità della ‘pianta molisana’ è la ricercatrice Iss Stefania Meschini, autrice dello studio in via di pubblicazione su riviste scientifiche, in occasione del IV Congresso internazionale di Medicina biointegrata : ”Il prunus – spiega – è ricco di antiossidanti e può contrastare la capacità di proliferazione delle cellule tumorali. Nella sperimentazione in laboratorio, abbiamo trattato con l’estratto della pianta cellule cancerose di pazienti affetti da cancro a colon, polmone e cervice uterina. Abbiamo quindi osservato che, da solo, l’estratto non aveva effetti, ma addizionato ad un particolare complesso a base di aminoacidi, minerali e vitamine, denominato Can, è stato in grado di ridurre la sopravvivenza delle cellule tumorali ed ha portato a distruzione tra il 70 e il 78% delle cellule cancerose nell’arco di 24 ore”. Il passo successivo, sottolinea la ricercatrice, ”sarà passare alla fase dei test su animali, con l’obiettivo di arrivare, nell’arco di qualche anno, alla produzione di un nuovo farmaco antitumorale”.

L’Iss, insieme all’azienda produttrice del composto, annuncia Meschini, ”ha depositato il brevetto delle miscela Prunus-Can, e per questo la formulazione potrà essere disponibile a breve come integratore a supporto delle terapie chemioterapiche”. L’estratto miscelato di Prunus, sottolinea il presidente della Società italiana di medicina biointegrata (Simeb) Franco Mastrodonato, ”sarà ulteriormente testato dal’Iss nella formulazione di integratore e sarà disponibile, in vendita nelle farmacie su indicazione medica, da maggio-giugno. Ciò è reso possibile sulla base dei test che hanno confermato la non tossicità del composto e previa la registrazione già avvenuta del composto stesso presso il ministero della Salute”. Inoltre, ”per motivi etici – precisa l’esperto – abbiamo ottenuto che il prezzo a confezione sia assolutamente accessibile, intorno ai 20 euro, rispetto ad un costo inizialmente stimato come molto più elevato”. In occasione dell’Expo di Milano, poi, ”lo studio sulle potenzialità del Prunus spinosa trigno – annuncia Mastrodonato – sarà presentato, il 25 giugno, alla comunità scientifica internazionale, nell’ambito di un convegno sulle terapie oncologiche integrate”.

http://www.corriere.it/salute/sportello_cancro/15_aprile_20/pianta-nonni-molise-che-aiuta-combattere-tumori-6567e744-e73e-11e4-95de-75f89e715407.shtml

Prunus spinosa

La pianta dei nonni del Molise che aiuta a combattere i tumori
L’Istituto superiore di sanità brevetta l’estratto di prunus come integratore della chemioterapia: inibisce la crescita di cellule cancerogene. In vendita con ricetta

 

Le industrie sfornano farmaci innovativi, capaci di cambiare il corso di malattie tumorali finora ritenute imbattibili, risultato di ricerche costate centinaia di milioni. Dalla natura arriva un aiuto, meno rivoluzionario ma molto meno caro. Il prunus , una pianta che cresce soprattutto in Molise: il prugno, dai frutti blu, trasformato in prelibato liquore dai produttori locali, il grignolino. Se non fosse per l’autorevolezza del centro che ne ha scoperto e provato con una sperimentazione le proprietà, potrebbe sembrare uno dei tanti elisir anticancro forieri soltanto di illusioni. Invece la notizia è dell’Istituto superiore di sanità. Il medicinale, già brevettato, sarà in vendita a giugno, pronto per essere utilizzato come integratore della chemioterapia. In combinazione con una particolare miscela di aminoacidi, i costituenti essenziali dei nostri tessuti, si è dimostrato efficace nei test nell’inibire la crescita delle cellule cancerose fino al 78 per cento.

La pianta

Il nome della pianta amica è Prunus spinosa trigno . Del composto ha parlato durante il quarto congresso internazionale di medicina biointegrata la ricercatrice Stefania Meschini, autrice di uno studio in via di pubblicazione: «È ricco di antiossidanti e può contrastare la proliferazione tumorale. In laboratorio l’estratto riesce a ridurre le cellule prese da pazienti con neoplasie a polmone, colon e cervice uterina. Da solo non aveva effetti e allora abbiamo aggiunto aminoacidi, vitamine e minerali». In estate andrà in vendita: la prospettiva è ottenere un farmaco e allargare l’impiego, sperando di scoprirne l’attività di contrasto in altri tipi di tumore.

In vendita a 20 euro con ricetta medica

Secondo Meschini la sua azione è molto rapida. La distruzione delle cellule maligne avviene in ventiquattr’ore. Franco Mastrodonato, presidente della Società italiana di medicina biointegrata (Simeb) è fiducioso circa le potenzialità terapeutiche dell’arbusto: «Non è tossico. Il composto è già stato registrato al ministero della Salute. Il prezzo sarà contenuto: 20 euro». Lo studio sarà presentato alla comunità scientifica il 25 giugno durante l’Expo in un convegno sulle cure oncologiche integrate. Ricetta del medico obbligatoria. «I rimedi naturali sono ottimi alleati – dice Paolo Marchetti responsabile dell’oncologia del Sant’Andrea a Roma -. Tutto ciò che migliora la qualità della vita dei pazienti è benvenuto. I malati ci riferiscono di trarre beneficio dall’uso di piante come il Visco aureum e l’ Aloe vera . Andrebbero studiati a fondo».

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